LA
COMPARSA DELLE MUFFE
NEGLI EDIFICI RESIDENZIALI
Introduzione
Sempre più spesso negli edifici residenziali si verifica la formazione di muffe, generalmente in corrispondenza delle pareti più fredde,
esposte a nord, ed in particolare dietro gli armadi, o nei locali più umidi
quali bagni e cucine, oppure dove la permanenza delle persone è più concentrata
e duratura, come per le camere da letto.

Le problematiche ricorrenti
Le problematiche principali legate alla fuoriuscita delle muffe, sono da
attribuirsi in primo luogo alla coibentazione degli edifici, che nel caso di
edifici storici, o semplicemente datati, si riduce alla inesistenza della
coibentazione stessa; mentre per quelli di nuova edificazione il problema è
riconducibile a delle normative, troppo standardizzate e che specialmente qui
in Italia sono state sino a questo momento un po’ sottovalutate, situazioni che
hanno indotto il progettista ad effettuare le verifiche interne di progetto avendo
imposte condizioni come; la Temperatura di
progetto a 20°; e l’umidità al 65%. Non è difficile comprendere, neanche ai non
addetti ai lavori, che in realtà sia la temperatura che l’umidità, in un
territorio vario come quello Italiano possono assumere valori anche molto
diversi (pensate ad esempio alle escursioni termiche delle zone costiere o
lagunari oppure alle rigide temperature delle zone di montagna).
La
conduzione e l’utilizzo dell’abitazione
Un aspetto, troppo spesso sottovalutato è la corretta o scorretta
gestione ed uso dell’abitazione, in quanto la normativa di settore prende come
assunto, parametri standard, oltre che alla temperatura e l’umidità, come già
accennato nel capitolo precedente, anche un certo numero di ricambi d’aria per
ora (0,5 mc/h), quindi nei casi in cui questi
ricambi d’aria non siano così frequenti come imposto dalla norma, è facile che
si verifichi l’insorgenza delle muffe.
Questo fenomeno, nei vecchi edifici, si accentua e quindi si verifica con maggiore frequenza, con la
sostituzione degli infissi, o la messa in opera del cappotto termico, partendo
dal presupposto che oggi lo scopo principale dell’infisso è legato al risparmio
energetico e nello specifico a ridurre al massimo le dispersioni, gli infissi
prodotti in questi anni con il progresso della tecnica hanno una tenuta all’aria
pressoché totale, cosa che sino a qualche anno fa non si verificava perché gli
infissi, attraverso i loro spifferi, consentivano un ricambio d’aria costante e
continuativo. Per cui, salvo particolari accorgimenti, nelle condizioni
analizzate, si verifica una maggiore
concentrazione di umidità all’interno dell’abitazione, con conseguente
proliferazione delle muffe. Ovviamente
le muffe si concentrano e si manifestano nelle stanze dov’è maggiore la
presenza di vapor d’acqua, indotto o prodotto dall’uomo, quindi nelle stanze da
letto, o in quelle più umide come cucine e bagni.
Possibili
soluzioni
Tali problemi possono essere risolti in due modi: uno è rappresentato
dall’arieggiamento dei locali, attraverso l’apertura delle finestre, con grande
impegno e costanza, in quanto spesso le abitazioni, per impegni lavorativi dell’intero
nucleo familiare, si svuotano dalla mattina all’alba e si ripopolano soltanto
la sera, inoltre, la propensione ad aprire le finestre durante la stagione
invernale, visto la riduzione delle temperature è bassissima, con il rischio
nonostante le più buone intenzioni di incorrere ugualmente nella formazione
delle muffe legata alla non evacuazione del vapore acqueo prodotto, se a questo
si aggiungono le cattive modalità di conduzione degli alloggi (come ad esempio
l’abitudine di stendere il bucato in casa) si ottiene un fattore moltiplicatore
della concentrazione della condensa artefice principale della formazione delle
muffe.
L’altro è costituito dalla messa in opera di sistemi di ventilazione automatici (VMC ventilazione meccanica
controllata), che consentono di estrarre l’aria carica di vapore acqueo, ed
assorbire aria esterna, così che avvenga il ricambio d’aria previsto per legge,
ma non vi sia la dispersione di calore, e quindi venga mantenuto un alto
livello di risparmio energetico, attraverso lo scambio termico che avviene tra
l’aria in uscita e l’aria in entrata.